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Mai Kawabata, Paganini: The "Demonic" Virtuoso, Woodbridge, Boydell, 2013, 291 pp.
Il Romanticismo è il primitivo, la spontaneitá, è la giovinezza, l'esuberanza vitale dell'uomo naturale, ma è anche il pallore, la febbre, la malattia, la decadenza, la maladie du siècle, la Belle Dame sans Merci, la Danza Macabra e anzi la morte stessa ... È lo strano, l'esotico, il grottesco, il misterioso, il soprannaturale, le rovine, il chiaro di luna, i castelli incantati, i corni da caccia, ... le tenebre e i poteri delle tenebre, i fantasmi, i vampiri, il terrore senza nome, l'irrazionale, l'inesprimibile ... Il vagabondare in luoghi remoti ..., il ribelle, l'homme fatal, l'anima dannata ..., è Berlioz che dice di voler scalare il Vesuvio per comunicare con un'anima affine.
Questo stralcio da Isaiah Berlin (Le radici del Romanticismo, Milano, Adelphi, 2001, pp. 44-46) offre una sintesi circa il periodo culturale in cui Paganini visse. Esso sembra anche coincidere con gli argomenti portati dalla stampa dell'epoca e dai testimoni dei concerti per descrivere il violinista, raccontarne la vita e gli esiti delle straordinarie esibizioni. Alla complessitá della recezione di Paganini e del suo virtuosismo nel corso dell'Ottocento è dedicato il lavoro di Mai Kawabata, violinista e teaching fellow nell'Universitá di Edimburgo. Si tratta, com'è noto, di una recezione sovente volta a sottolineare con enfasi i tratti demoniaci del musicista, sia per diffonderne la fama sia per spiegarne le formidabili qualitá di interprete e virtuoso. Cio peraltro avvenne in tutt'Europa, senza una sostanziale distinzione di luoghi, anche laddove Paganini non si reco mai a suonare.
Paganini: The ''Demonic' Virtuoso è un volume ricco di informazioni che raccoglie con puntualità e ricchezza di documentazione la storia del musicista vista da chi ebbe modo di ascoltarlo dal vivo e da chi ne ha testimoniato l'eredità dopo la scomparsa, con interessanti angolature critiche offerte dall'autrice. Le fonti considerate sono in primis la corrispondenza di Paganini e gli articoli della stampa dell'epoca, cui si aggiungono le citazioni dalle numerose biografie paganiniane e altre abbondanti fonti secondarie anche di tipo letterario. Tra queste ultime, molte non erano ancora note: si tratta di fonti secondarie britanniche (periodici e letteratura) successive alla scomparsa di Paganini, fino a oggi sconosciute perché - afferma l'autrice - nella ricerca paganiniana del Novecento...