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1. Ferraris e il nuovo Stato italiano a quindici anni dall'unificazione
Carlo Francesco Ferraris (1850-1924), fondatore della Scienza dell'Amministrazione in Italia e tra i promotori dello Stato sociale, nonché creatore della gestione pubblica del trasporto ferroviario (durante il breve periodo in cui fu Ministro dei Lavori pubblici nel gabinetto Fortis tra marzo e dicembre del 1905),1 collabora per circa due anni (1876-1877) al quotidiano torinese «II Risorgimento morale, intellettuale ed económico. Giomale politico quotidiano»,2 fondato da Biagio Caranti per sostenere la linea dei moderad piemontesi dopo la crisi del gabinetto Minghetti e l'awento della Sinistra storica con Agostino Depretis (25 marzo 1876).3 Oggetto della sua collaborazione sono materie assai varie: dalla situazione del commercio italiano alla nuova legge francese sulla nomina dei sindaci, dalla Cassa pensioni delle Ferrovie delTAlta Italia al monopolio dei tabacchi, dai problemi sociali e di ordine pubblico della Sicilia ai rapporti intemazionali, dalla riforma elettorale alia polémica politica quotidiana, dalle ipotesi sulla previdenza sociale ai rapporti fra Stato e Chiesa. Ma quello che tiene insieme una simile varietà di terni è una ben precisa concezione del molo dello Stato di fronte alla società, affatto awersa aile concezioni minimaliste del molo del pubblico potere e all'atomismo individualistico di certo non ininfluenti nelle dottrine politiche del tempo.4 H punto critico in cui, nel momento storico in cui Ferraris scrive i suoi articoli per «II Risorgimento», convergono i diversi raggi lungo cui puô dipartirsi e si diparte Tefficacia del ruolo dello Stato è, come vedremo, la questione del decentramento amministrativo e politico e, nello specifico, la proposta di sostituire la nomina con decreto regio dei sindaci con la loro elezione.
La concezione manifestata da Ferraris circa il ruolo dello Stato ha indotto giustamente a parlare di «socialismo della cattedra» e di visione orientata alio Stato sociale;5 la sua collocazione nel contesto della Destra storica piemontese, di cui la collaborazione al quotidiano diretto da Caranti fomisce una vivida documentazione, ci permette di apprezzare una tra le composite radici dell'insieme di pratiche riassunte nell'espressione «Stato sociale»,6 espressione che viene a ragione considerata come qualificante, in estrema sintesi, di uno dei contributi più significativi dello studioso alla scienza dello Stato e delTamministrazione.
Anche perché Ferraris si muove nel contesto della Destra storica, la sua concezione dello Stato...