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FRAJESE V, Dal libertinismo ai Lumi. Roma 1690 - Torino 1727, Roma, Viella, 2016, pp. 142.
Il libro di Vittorio Frajese prende le mosse da un preciso quesito: e storiograficamente possibile e corretto parlare di «libertinismo» per l'Italia del Seicento? La sua risposta e affermativa ed ampiamente argomentata, ma il volume non si limita a questo e dalle sue pagine emergono tante informazioni ed altrettante suggestioni interpretative e, direi, sollecitazioni di ulteriori ricerche.
I primi capitoli sono dedicati alla ricostruzione di un processo inquisitoriale celebrato a Roma nel 1690 e indirizzato a colpire e smantellare la 'setta' eretica dei Bianchi; i suoi sviluppi furono intrecciati a quelli del piü noto 'processo agli ateisti' di Napoli, una vicenda che peraltro, alla luce di questa ricerca, meriterebbe di essere riletta in una nuova e piü ampia prospettiva. I bianchi imputati erano personalitâ di rilievo nel mondo romano: esponenti degli ambienti curiali, membri di grandi famiglie aristocratiche, professori universitari. L'ipotesi degli accusatori, suffragata da numerose testimonianze, era che in casa di Pietro Gabrielli, tra i membri del Congresso medico romano (un'accademia molto legata all'Universitâ de La Sapienza) e in altri cenacoli cittadini si sostenessero posizioni eterodosse, e addirittura ateistiche, riguardanti la natura divina del Cristo, la veritâ dei miracoli, la creazione del mondo e, in una forma di panteismo ante litteram, la coincidenza tra Dio e Natura. Il leader del gruppo era il chirurgo Antonio Oliva, un personaggio dalla biografia avventurosa. Di origini calabresi, si era trasferito a Roma presso i Barberini, era poi rientrato nel Regno per partecipare alla sollevazione del 1647, scelta pagata con il carcere. Di li...