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Introduzione
Negli ultimi venti/venticinque anni la produzione di documenti in formato digitale negli studi di architetti, ingegneri e designer 1 e cresciuta in maniera piu che esponenziale, cosi come e avvenuto in tantissimi altri settori della societa. Ormai i tavoli da disegno sono stati completamente rimpiazzati da computer per il CAD (Computer aided design)2 ed e pratica comune che schizzi preparatori, progetti tecnici, modelli tridimensionali, prototipi, relazioni, presentazioni, capitolati, contratti, documenti amministrativi in genere ma anche fotografie, registrazioni sonore e audiovisive e, piu in generale, tutti i materiali documentari, siano prodotti con strumenti informatici.3 Questa trasformazione ha cambiato in modo profondo - e ancora troppo sottovalutato - le modalita di formazione, di organizzazione, di gestione, di conservazione e anche di comunicazione di documenti che da analogici stanno diventando sempre piu digitali. Anche il concetto stesso di documento d'architettura da tempo si e esteso a ricomprendere qualsiasi materiale documentario, avente valore giuridico-amministrativo o storico-culturale, indipendentemente dalla sua natura e dal supporto su cui e fissato. Nel 1982 ne e stata data la seguente definizione:
il termine documenti d'architettura designa qualsiasi materiale documentario e annesso relativo alla storia, alla teoria e alla pratica dell'architettura e dei campi correlati, a prescindere dai supporti e dalle caratteristiche fisiche [...] creati o ricevuti da enti pubblici e privati nel corso dello svolgimento delle loro attivita e [...] raccolto indipendentemente dall'origine.4
Negli archivi di architettura attuali, poi, trovano sempre piu spesso posto anche 'nuove' forme documentarte, come i messaggi di posta elettronica (e-mail), i messaggi scambiati attraverso i sistemi di instant messaging (WhatsApp, Telegram, WeChat, ecc.) o attraverso i social media (Facebook, LinkedIn), che in molti casi stanno sostituendo le modalita tradizionalmente utilizzate per comunicare con i propri interlocutori (collaboratori, committenti, istituzioni, ecc.). Si tratta di forme nuove, sulle quali ancora si e riflettuto poco, ma che certamente richiedono un notevole impegno e competenze specialistiche per la loro conservazione.
Ma la consapevolezza della fragilita degli archivi di architettura che si stanno formando nell'era digitale e ancora troppo poca. Quali sono le problematiche che questa transizione, dall'analogico al digitale, presenta? Quali le prospettive per gli archivi degli architetti? Come possono intervenire gli archivisti? Sono domande alle quali cercheremo di rispondere con questo articolo.
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