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1.Gli studi sulla stregoneria in Africa
La stregoneria e uno dei temi classici dellafricanistica. In epoca coloniale, prima e dopo la seconda guerra mondiale, lobiettivo degli studi era stato soprattutto quello di contrastare i pregiudizi del discorso coloniale. Edward E. Evans-Pritchards che, come lui stesso scrisse, non era partito per lAfrica con lintenzione di studiare questo fenomeno, aveva ben presto compreso che si trattava di una nozione imprescindibile per la comprensione della societa Azande e lanalisi del suo funzionamento aveva permesso di smentire le teorie sulla presunta pre-logicita del pensiero primitivo.1 Nel secondo dopoguerra la stregoneria come argomento di studio era stata progressivamente abbandonata proprio perché ritenuta parte di unAfrica esotica e arcaica, che lavvento della modernita aveva ormai fatto dimenticare.2 Gli anni 80 del Novecento hanno visto un ritorno dinteresse perché la stregoneria si e mostrata capace di entrare in sintonía con le violenze prodotte dalla modernita, fornendo un linguaggio simbolico ricco di riferimenti che parlano al presente recuperando fantasmi e paure che gia avevano abitato il passato recente e meno recente.3 La stregoneria e stata spiegata soprattutto come metafora della corruzione della politica e degli squilibri economici e sociali indotti dall'incontro violento e traumatico con le politiche neoliberali e con la globalizzazione.4
A differenza di quanto e avvenuto per gli studi in Europa, dove il nesso donne-stregoneria e sempre stato motivo di indagine e piu recentemente la storia delle dinamiche di genere e diventata parte integrante della materia,5 gli studi africani non hanno sviluppato un particolare interesse per questa connessione e il fenomeno non e stato organicamente affrontato secondo una prospettiva di genere. Questo vuoto ha almeno due ragioni. Le prime monografie furono scritte prevalentemente da uomini che non avevano accesso e, spesso, neppure interesse per la sfera femminile. In secondo luogo, i temi maggiormente analizzati dagli africanisti - quali la storia, la politica, la religione o l'economia - sembravano ambiti di pertinenza maschile, in cui le donne non potevano che avere posizioni marginali e quindi essere portatrici di una visione non autorevole della realta. Come altre categorie di soggetti subordinati, le donne erano state trasformate in un gruppo muto, «semplici buchi neri nell'universo di qualcun altro».6
Questo disinteresse era inoltre dovuto al fatto che la stregoneria in Africa non sembrava avere una...