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La teoria dello Stato di Max Weber è parte integrante del repertorio canonico della moderna dottrina dello Stato. Che si tratti di scienze politiche o di diritto pubblico e costituzionale, di sociologia o di scienze amministrative, si troverà difficilmente un manuale, un libro di testo o un saggio sullo Stato che non faccia riferimento a Weber.1 La sua influenza, che si estende ben oltre i confini delle singole discipline, non si limita solo alla letteratura tedesca o europea: anche nelle scienze sociali americane, non definibili propriamente come incentrate sullo Stato, Weber riveste sin dall'inizio un ruolo centrale nella rinascita della dottrina dello Stato. Il fatto stesso che, tempo addietro, Theda Skocpol pronosticasse, nel suo saggio programmatico, che il futuro sarebbe appartenuto ad una «Weberian view of the State»2 dimostra che la rinascita del concetto di Stato sin dal principio è stata all'insegna di Max Weber. Non solo egli è rimasto un punto di riferimento per gran parte della nuova letteratura politica, ma negli ultimi decenni si è anche affermato il cosiddetto «neoWeberian focus».3
Qual è dunque la particolarità della teoria dello Stato di Weber? A questo riguardo, non sono rilevanti solo le spiccate componenti teoriche del suo pensiero, ma anche i contesti intellettuali in cui esso si è formato. Infatti, nonostante la scienza sociale del suo tempo si occupasse dello Stato, perlopiù, con modalità e intenzioni diverse dalle sue, non sarebbe legittimo asserire che essa lo ignorasse. Si pensi, ad esempio, a Emile Durkheim e Ferdinand Tönnies,4 e in particolare ai due maggiori esponenti del «concetto sociologico dello Stato», Ludwig Gumplowicz e Franz Oppenheimer,5 i quali, con la loro linea teorica fortemente polemica, cercarono di contrapporsi alla dottrina dello Stato che in quel momento riscuoteva i maggiori consensi.
Fino a che punto, però, si differenzia la prospettiva sociologica da quella giuridica, e come dobbiamo classificare il programma teorico di Max Weber? Una volta precisati alcuni aspetti concernenti il potere e l'azione statale, illustreremo come Weber abbia, certo, recepito la sociologia dello Stato a lui contemporanea, ma si sia poi essenzialmente orientato in conformità ai nuovi impulsi provenienti dalla scienza giuridica del suo tempo.
1. Lo Stato come complesso di azioni
Nell'opera weberiana, lo Stato riveste un ruolo di gran lunga preponderante rispetto alla società. Che...