Abstract. L'articolo presenta l'esperienza di ricerca progettuale per la riqualificazione della favela Serrinha di Florianópolis, condotta nell'ambito di un accordo di collaborazione internazionale tra l'Universitâ degli Studi di Firenze e l'Universidade Federal de Santa Catarina in Brasile. L'obiettivo di questo lavoro ě quello di evidenziare come sia possibile avviare un processo virtuoso di rigenerazione della cittâ informale finalizzato all'incremento della resilienza e alla riduzione dell'impatto ambientale delle soluzioni adottate, con particolare attenzione alla sostenibilitâ sociale ed economica degli interventi proposti e basato sulla definizione di soluzioni tecnologiche per una riqualificazione sostenibile, promuovendo il coinvolgimento degli abitanti e degli attori locali.
Parole chiave: progettazione sostenibile, resilienza, cittâ informale, sostenibilitâ ambientale.
Introduzione
Per la prima volta nella storia, Moltre la meta della popolazione mondiale vive in insediamenti urbani ad alta densita abitativa. Questo fenomeno ha determinato una crescita delle metropoli contemporanee a ritmi elevati e riguarda una popolazione povera con evidenti svantaggi di natura economica, sociale e culturale, che si adatta a vivere in insediamenti costituiti da abitazioni precarie senza infrastrutture di supporto. Si tratta di abitati informali, quasi sempre illegali e fuori dal controllo delle istituzioni, che talora possono diventare scenari paradigmatici di resilience thinking, nei quali e possibile avviare indagini ed esperienze progettuali finalizzate ad ottimizzare la relazione che si stabilisce tra l'ambiente costruito e lesigenza di adattamento/trasformazione dello stesso, in ragione degli impatti e dei cambiamenti ambientali e antropici che intervengono a modificarne i livelli di prestazione e la complessiva efficienza. Nonostante la precarieta e temporaneita di questi brani di citta informale, la cui gemmazione sembra avvenire secondo leggi casuali e, infatti, quasi sempre possibile trovare una regola di crescita improntata su processi sociali di sviluppo urbano che devono essere regolati e affrontati secondo nuove dinamiche progettuali, capaci di individuare le potenzialita di co-evoluzione dell'ambiente costruito e dell'utenza e basate su strategie, adattive e di mitigazione, ispirate dai principi della sostenibilita ambientale.
Spesso, infatti, i modelli secondo cui si attuano i processi di pianificazione di tali insediamenti generano criticita legate alla carenza di linee di indirizzo tecnico-operative in grado di supportare lelaborazione di scenari attendibili. Ció determina lesigenza di affrontare il problema secondo un nuovo atteggiamento finalizzato ad agire preventivamente nei confronti delle cause che provocano il rischio incrementando la qualita degli insediamenti nel rapporto con il territorio. Elevare il livello qualitativo significa superare la condizione di precarieta, normalmente associata al concetto di provvisorio, e recuperare un livello di vivibilita piu prossimo a quello ordinario, anche se in un regime transitorio. (Bologna, 2016)
Un caso rappresentativo di citta informale soggetta a processi di formalizzazione sostenibile e resiliente e quello delle Favelas Brasiliane, nelle quali vivono oggi oltre 11 milioni di persone, in 3,2 milioni di abitazioni precarie e irregolari, poste sotto ogni genere di rischio.
Nonostante ció, negli ultimi decenni le lotte popolari e la riflessione etica e giuridica hanno portato anche il Brasile a riconoscere esplicitamente il diritto alla citta (legge 10.257 del 2001), inteso come:
- diritto a citta sostenibili, al risanamento ambientale, alle infrastrutture urbane, ai trasporti e ai servizi pubblici, al lavoro e al tempo libero per le generazioni presentí e future;
- gestione democratica dei programmi di sviluppo urbano, con la partecipazione della popolazione e delle associazioni,
- sviluppo di una riflessione critica sulle azioni da intraprendere per bonificare e trasformare in chiave sostenibile anche la citta informale.
E questo il caso dei programmi Morar Carioca1 e Miha Casa Miha Vida2, accomunati dallobiettivo di proporre nuovi modelli di sviluppo sociale, urbano, economico ed ambientale capaci di trasformare le favelas da luoghi di margine e degrado, in polarita nelle quali sia possibile condurre uno stile di vita convenzionale (Bologna et al., 2016).
L'idea di ?migliorare le favelas invece di sostituirle e diventata l'ambizioso obiettivo per interventi pubblici e privati? (Davis, 2006). Questobiettivo e stato adottato anche nell'ambito dell'attivita di ricerca descritta in queste pagine; attivita che ha portato un gruppo multidisciplinare ed internazionale di studenti, ricercatori e docenti, a riflettere su nuovi modelli di trasformazione dell'informalita, partendo dall'analisi partecipata della realta della favela Serrinha di Florianopolis, con la speranza di dimostrare come sia possibile valorizzare gli archetipi culturali della citta informale per realizzare contesti urbani resilienti e sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale.
Ambiente costruito e citta informale
Il tema del rapporto tra disegno della citta (e del territorio) e definizione (e contenimento) dei margini urbani, organizzazione del sistema insediativo rurale e delle sue interazioni con l'urbano, ha attraversato le riflessioni di planners e ricercatori nel corso della storia dell'urbanistica e della pianificazione, introducendo categorie e criteri orientati a combinare almeno tre aspetti: misura, qualita ed equilibrio tra le risorse (sostenibilita) (Perrone, 2011).
Un'affermazione questa che sottende il concetto che, ?per far fronte al problema della sovrappopolazione con una strategia di pianificazione a misura di territorio? (Perrone, 2011), non si puo ragionare senza considerare un sistema piü specifico, ossia quello della popolazione e del contesto ambientale, studiandone relazioni e interazioni, con l'esigenza di conciliare crescita economica ed equa distribuzione delle risorse in un nuovo modello di sviluppo sostenibile.
Tale approccio metodologico deve essere adottato anche e soprattutto nello studio e nella progettazione dei contesti urbani informali, che coesistono congiuntamente ai contesti formali nella dicotomia spaziale e sociale della citta contemporanea.
La citta informale assume cosi ?un ruolo innovativo, anche e soprattutto nelle dinamiche legate alla pianificazione dei nuovi tessuti urbani a scala globale? (Friedman, 2009).
Il riferimento in tal senso e il concetto di informalita che, secondo la definizione di UN Habitat, garantisce la presenza di servizi urbani (quali abitazioni, occupazione e infrastrutture) seppur al di fuori dei quadri normativi statali, degli interventi pubblici e dei sistemi fiscali. (UN Habitat, 2009)
Nasce cosi un nuovo concetto di citta informale che e al contempo effimera, sostenibile e resiliente, caratterizzata da una vivacita sociale che trova espressione nel ricorso a modelli costruttivi a basso impatto ambientale basati sull'utilizzo di materiali e componenti riciclati e riciclabili (plastica, legno, elementi metallici e tessuti) spesso recuperati dalle discariche della citta formale. (Mehrotta, Vera, Mayoral, 2009)
La citta informale diventa paradossalmente il luogo nel quale sperimentare la creazione di soluzioni tecnologiche, economiche e tacitamente sostenibili, che potranno essere replicate ed appli- cate anche nell'ambiente costruito caratterizzante la citta formale. Non e un caso che la citta informale invada sempre di piü il territorio urbano, organizzandosi come un insediamento autonomo, auto-progettato e auto-costruito.
La sostenibilita di questi contesti al margine si esplicita, inoltre, nella capacita degli abitanti informali di utilizzare ed aggregare materiali poveri ed a basso impatto ambientale in processi di autocostruzione che portano alla realizzazione di opere architettoniche elementari capaci di adattarsi, resistendo o modificandosi, alle sollecitazioni ambientali esterne per raggiungere e mantenere un livello accettabile di funzionamento, nellottica del concetto stesso di resilienza.
Una questione fondamentale in questo dibattito e, infine, la necessity di definire la citta informale come luogo vissuto dai suoi abitanti, misurando potenzialita e criticita legate al suo tessuto ed alla capacita di garantire mezzi di sussistenza basilari, oltre che il benessere di ogni suo cittadino (Aravena e Iacobelli, 2012). In tal senso la citta informale si trasforma da citta virtuale, fatta di mappe e statistiche, in citta materiale, in cui le persone sono chiamate a vivere ogni giorno.
Ě da questa riflessione che parte il lavoro di ricerca e sperimentazione descritto nei prossimi paragrafi e focalizzato sulla progettazione sostenibile della citta informale con una particolare attenzione alla definizione di soluzioni tecnologiche resilienti capaci di incrementare le potenzialita sociali ed ambientali di questi delicati contesti urbani in continua evoluzione.
II seminario Abitabilita in aree di rischio. Riqualificazione sostenibile in area urbana
Il seminario Abitabilita in Aree a Rischio, organizzato presso il corso di Laurea in Architettura dell'Universita degli Studi di Firenze3, presenta lesperienza di ricerca progettuale per la riqualificazione della favela Serrinha di Florianópolis, operata nella cornice di un accordo di collaborazione internazionale con l'Universidade Federal de Santa Caterina in Brasile4. Il seminario ha affrontato il tema della citta informale, ovvero il fenomeno di nascita e crescita di insediamenti caratterizzati da abitazioni precarie, carenza di infrastrutture e difficili condizioni di vita, con lo scopo non di riprogettare il quartiere, ma di inserire infrastrutture e servizi che, legandosi e integrandosi all'interno della comunita, potessero innescare dinamiche sociali caratterizzate dal miglioramento della qualita della vita dei suoi abitanti.
La Serrinha (Figg. 1-2) e un'area urbana a carattere prevalentemente residenziale, sviluppatasi a partire dagli anni '60 nel versante est del Morro da Cruz nella citta di Florianopolis composta da un insediamento formale e da uno informale con un tessuto urbano senza soluzione di continuita.
A partire dalla lettura delle trasformazioni urbane di questo settore della citta, il seminario si e mosso attraverso una profonda analisi urbana, utile a contestualizzarne la comparsa nel 1960 e la successiva espansione. La favela Serrinha si e evoluta quale centro strategico delle dispute sul diritto alla casa ed attualmente ospita un grande numero di famiglie povere attratte dalle crescenti opportunity occupazionali della vicina realta urbana, oltre che dalla sua accessibilita e vicinanza ai servizi pubblici.
Un'opportunita questa per gli studenti che hanno partecipato al seminario, per entrare in contatto con una citta informale, caótica, complessa, caratterizzata da un sistema di auto-organizzazione, che nonostante la presenza di situazioni sociali di pericolo, hanno imparato ad apprezzare ed amare nei mesi di ricerca sul campo. Infatti l'ambiente spontaneo che si e presentato agli occhi attenti dei ragazzi e stato riconosciuto come ricco di soluzioni funzionali e complesse; un luogo pieno di identita, da osservare alla scoperta dei suoi caratteri sociali ed architettonici. Lo spazio costruito rappresenta in questo contesto un elemento di estrema importanza; e qualcosa di piü di un tetto sulla testa, qualcosa che parla di dignita sociale e di bellezza, e che, attraverso precisi connotati stilistici ed estetici, e in grado di favorire il dialogo e la partecipazione.
Con questo spirito di collaborazione tra luogo e collettivita, realta costruita e territorio da preservare, il seminario ha mosso i primi passi. Il lavoro e stato caratterizzato dallo spirito di partecipazione e cooperazione che ha permesso agli studenti di interagire positivamente con gli abitanti della favela, individuando nuove dinamiche progettuali, basate su strategie adattive e di mitigazione, ispirate dalle regole della sostenibilita ambientale (Figg. 3-4-5).
Ripensare i margini: un Master Plan per una comunita resiliente
Il seminario progettuale svolto inizialmente nella favela e proseguito poi nella sede di Firenze, ha individuato come indirizzo principale della progettazione il tema della "partecipazione", inteso come strumento di pianificazione e programmazione democratico capace di supportare lo sviluppo della citta informale imparando al lavorare "con" e non "per chi" Lobiettivo principale era quello di ridefinire il limite tra citta formale e citta informale, ripensando lo spazio nellottica della sostenibilita ambientale e della resilienza, reinterpretandolo cosi da trasformalo in un'identita fisica di margine che non e il punto in cui una cosa finisce ma, come sapevano i greci, ?ció a partire da cui una cosa inizia la sua essenza? (Heidegger, 1976).
Lesperienza di ricerca condotta durante il seminario, concluso con la discussione di 8 tesi di laurea magistrale, ha riguardato la declinazione multiscalare del concetto di limite come: limite fisico, capace di frenare lespansione insostenibile; limite sociale con lobiettivo di garantire la permeabilita tra citta informale e citta formale; limite economico per incentivare gli scambi e promuovere una microeconomia locale; limite culturale al fine di rafforzare l'identita della comunita.
I principi che hanno guidato la progettazione resiliente del Master Plan (Fig. 6) sono stati basati sui concetti di:
- ridefinizione dei margini della favela, con la creazione di una rete di infrastrutture e spazi pubblici attrezzati, capaci di contrastare il fenomeno di occupazione abusiva degli spazi comuni. L'idea e stata quella di trasformare queste no mans land in luoghi di aggregazione vivibili ed in attrattori per lo sviluppo di attivita spontanee legate alla vita sociale ed alla microeconomia locale;
- permeabilita tra citta formale e informale, lavorando sulle aree di interconnessione tra la Serrinha e il tessuto urbano circostante, progettando interventi per rafforzare il rapporto di scambi e connessioni fisiche e sociali ed incrementare il trasferimento culturale;
- potenziamento delleconomia locale, con il rilancio di percorsi turistici sicuri all'interno della favela, creando attraversamenti pedonali in continuity con il centro della citta. I progetti sono stati quindi finalizzati alla creazione di episodi urbani che favorissero la crescita delleconomia locale, anche attraverso la definizione di spazi dedicati alla coltivazione a chilometro zero o alla vendita diretta, senza tralasciare l'aspetto ludico ricreativo con la progettazione di punti panoramici verso il mare ed il paesaggio circostante;
- approccio sostenibile, in cui il sapere tecnico trova espressione nei processi di costruzione "consapevole" e nelle ripercussioni che questi hanno sul mondo circostante. Qualita dello spazio urbano quindi che rispetta la condizione essenziale di azzerare l'impatto ambientale dell'azione umana, mirando alla qualita del vivere, considerando l'importanza della comunita come luogo dell'abitare.
- innovazione e partecipazione al processo conoscitivo, basate su modelli ripetibili e tecnologie sostenibili e resilienti che coinvolgono direttamente la comunita tramite processi partecipativi di autocostruzione, con lobiettivo di rendere gli spazi marginali o interstiziali attrattori per lo sviluppo di attivita spontanee e capaci di resistere in modo dinamico alle esigenze funzionali dell'utenza ed alle sollecitazioni climatiche esterne.
Il Master Plan ha poi condotto alla stesura dei seguenti indirizzi progettuali (Fig. 7):
- Accessibility: proponendo la realizzazione di nuovi tratti stradali per rendere possibili i collegamenti della Serrinha con la viabilita principale della citta formale. Nuove strade che definiscono i due margini della comunita: la prima che ne facilita laccesso carrabile, pedonale e ciclabile ad una zona dellabitato attualmente difficile da raggiungere, la seconda capace di creare un collegamento diretto con l'area universitaria nella citta formale.
- Slow mobility: con la riqualificazione delle strade esistenti e la creazione di nuovi percorsi ciclopedonali, per offrire la possibility di muoversi in maniera sostenibile; un'idea di sviluppo territoriale che, attraverso la mobilita lenta, riesca a valorizzare le risorse locali, non solo materiali, ma anche e soprattutto culturali.
- Ciclo dei rifiuti: con la proposta di introdurre, in un territorio ad alto interesse ambientale, azioni dimostrative mirate alla prevenzione, al trattamento ed alla valorizzazione dei rifiuti (urbani, materiali da costruzione, ecc.) per creare una rete economica e sociale concreta ed efficiente che rappresenti l'inizio di un percorso di gestione sostenibile dello spazio urbano informale.
- Orti urbani: utilizzo dell'agricoltura urbana per trasformare il suolo in bene produttivo e di sostentamento, utile allo sviluppo delleconomia locale, alla socializzazione e alleducazione ambientale. La progettazione di orti urbani ad uso privato, ha lo scopo inoltre di impedire la probabile rioccupazione abusiva dei suoli a rischio frane, che attraverso l'uso di colture adatte, garantiscono uneccellente protezione contro lerosione e lo smottamento del terreno.
- Rete di spazi pubblici: disegno delle sequenze urbane con lobiettivo di far emergere la spina dorsale portante del sistema infrastrutturale della Serrinha, attraverso il riutilizzo di zone degradate o inutilizzate esistenti nella comunita, tramutate in aree di verde attrezzato o in luoghi ricreativi.
- Il sistema abitativo: con interventi di edilizia residenziale da realizzare secondo i criteri della sostenibilita e della resilienza, per stimolare un processo migliorativo, nel rispetto dei caratteri culturali e identitari della comunita ed in risposta alle sue aspettative ed aspirazioni, in riferimento alle esigenze di: espandibilita, economicita, privacy e sicurezza.
Le otto tesi di laurea, infine, sono state elaborate con un approccio che si e basato sulla distribuzione a rete dei servizi come sistema polivalente, capace di integrare i singoli progetti proposti su tutta l'area della favela.
I lavori hanno riguardato i seguenti argomenti:
- una scuola per l'infanzia, per stimolare l'aggregazione, la fantasia e la creativita, come strumento di promozione del progresso sociale collettivo;
- un centro sanitario di base, vicino al luogo dove le persone vivono, lavorano e studiano, per garantire l'accesso della popolazione a servizi sanitari di qualita e sottolineare l'importanza dellequita della salute per tutti, senza discriminare la condizione economica e sociale;
- un centro civico, come spazio organizzato e attrezzato per contenere servizi collettivi che prediligono la dimensione relazionale e culturale tra le persone;
- un edificio destinato ad ospitare il mercato ed il ristorante popolare, per ripensare e riarticolare le funzioni commerciali della favela, nellottica di restituirle una polarita cittadina generatrice di servizi e un luogo di riferimento e di identita per la comunita;
- un centro formativo professionale, con lobiettivo di fornire i requisiti base per un approccio sostenibile alle costruzioni, riattivando il processo di autocostruzione come confronto tra le parti per generare nuove competenze ed una presa di coscienza delle potenzialita delle proprie risorse;
- un quartiere residenziale che risponda ai criteri della sosteni- bilita e della resilienza, per stimolare un processo di arricchimento delle costruzioni in termini di qualita della vita, pur mantenendo i caratteri culturali e identitari della comunita. Tutti i progetti sono stati caratterizzati dall'adozione di tipologie funzionali/distributive e soluzioni tecnologiche capaci di dialogare con il contesto della citta informale, e soddisfano al contempo le aspettative e le aspirazioni degli abitanti, in termini di resilienza.
Conclusioni
Possiamo in conclusione inquadrare il fenomeno della favela come un processo orizzontale e aperto, in virtu della sua continua evoluzione di innovazione sociale e di sostenibilita ambientale. Resilienza, innovazione sociale, attivazione di circoli virtuosi, replicabilita e sostenibilita diventano concetti chiave attorno a cui sviluppare le strategie progettuali atte a minimizzare i profili di rischio e le carenze strutturali della comunita, rafforzando e moltiplicando i processi di collaborazione che costituiscono il vero capitale di questi luoghi.
Gli interventi sulla favela Serrinha, oggetto di questo seminario progettuale, hanno dimostrato come sia possibile adottare il concetto di resilienza per concepire un habitat in grado di soddisfare livelli esigenziali minimi dell'abitare e del transitare, nel rispetto della qualita ambientale ed architettonica.
Il master plan e le tesi di laurea sono stati infatti focalizzati sui concetti di: economicita, essenzialita, semplicita costruttiva, reversibilita, riciclabilita; caratterizzanti sia l'architettura di necessity che i modelli abitativi della citta formale.
Elevare il livello qualitativo ha significato per i giovani studenti coinvolti con le loro proposte progettuali, superare quella condizione di precarieta, normalmente associata all'idea di provvisorio, e recuperare un livello di vivibilita piu vicino a quello ordinario, anche se in regime transitorio, confrontandosi con questioni relative allo sviluppo sostenibile, alla resilienza e alla fattibilita tecnica ed operativa degli interventi.
La qualita dei risultati raggiunti, validata dallottimo riscontro avuto sulla stampa locale brasiliana e dal successo ottenuto durante la presentazione dei lavori presso la Biennale di Architettura del 2016, ha consentito di utilizzare tale prodotto come tema di confronto per sollecitare l'amministrazione locale brasiliana nel promuovere l'adozione di nuovi strumenti di riqualificazione, basati sulla necessaria e stretta relazione tra ambiente costruito e resilienza, e nell'investire sia sul ripristino delle condizioni tecnologico-spaziali e ambientali del costruito, sia sugli aspetti strettamente costruttivi del patrimonio esistente.
NOTE
1. Si tratta di un progetto di riqualificazione urbana delle favelas di Rio de Janeiro basato sui principi di sostenibilita ambientale, che ha lobiettivo di integrare le aree degradate nella citta formale entro il 2020. Il progetto ha permesso la realizzazione di numerosi interventi, tra i quali si distingue la riqualificazione di parte della favela Babilonia con la costruzione di nuovi collegamenti infrastrutturali e di edifici residenziali.
2. Miha Casa Miha Vida e un progetto finalizzato alla costruzione di almeno 3.000.000 appartamenti residenziali attraverso un programma di cofinanziamento con credito agevolato per le famiglie che presentano un reddito medio-basso che ha permesso la realizzazione di alloggi con caratteristiche rispondenti agli standard delledilizia residenziale brasiliana.
3. Il seminario e stato promosso nell'ambito del corso di laurea LM4cu della Scuola di Architettura dell'Universita degli Studi di Firenze. Hanno parte- cipato come docenti: il prof. R. Bologna (coordinatore scientifico), la prof. P. Gallo, la prof. R. Romano; il prof. F. Barth (UFSC); con la collaborazione dell'arch. Gisella Calcagno. Gli studenti coinvolti sono stati: G. Bocchi; G. Chiavacci; L. Deiana; M. Di Gennaro; G. Hasanaj; S. Magnolfi; C. Moretti; E. Mucci.
4.Accordo quadro di collaborazione culturale e scientifica tra l'Universita degli Studi di Firenze e ľ Universidade Federal de Santa Catarina in Brasile (UFSC) avviato nel 2011 ed in corso fino al gennaio 2022.
REFERENCES
Aravena, A. and Iacobelli, A. (2012), Elemental. Incremental Flousing and Participatory Design Manual, Hatje/Cantz.
Bologna, R., Gallo, P, Romano, R. and Calcagno, G. (2016). "Living the informal city. Sustainable design education in risk areas", Proceedings of 32nd International Conference on Passive and Low Energy Architecture, Los Angeles, 11-13 July, Los Angeles, USA, pp. 833-839.
Bologna, R. (2016), "La riqualificazione della citta informale. La favela Serrinha di Florianopolis", Techne Journal of Technology for Architecture and Environment, Vol. 11, pp. 194-200.
Davis, M. (2006), Planeta Favelas, Boitempo Editorial, Säo Paulo.
Friedman, Y. (2009), Larchitettura di sopravvivenza. Una filosofía della poverta, Bollati Boringhieri, Torino.
Heidegger, M. (2007), Saggi e Discorsi, Mursia Editore, Milano, pp. 96-108.
Mehrotta, R., Vera, F. and Mayoral, J. (2017), Ephemeral Urbanism. Does permanence matter?, LISt Lab, Rovereto.
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Perrone, C. (2011), Per una pianificazione a misura di territorio, Firenze University Press, Firenze.
UN-Habitat (2003), The Challenge of Slums. Global Report on Human Settlements 2003, Hearthscan, London and Sterling.
Rethinking the edge: the built environment and resilience in the informal city
Abstract. The article presents a design research experience concerning the requalification of the Serrinha favela in Florianópolis, conducted as part of an international collaboration agreement between Florence University and Universidade Federal de Santa Catarina in Brazil. The aim of this work is to highlight how a process involving the virtuous regeneration of the informal city can be launched, aimed at increasing resilience and reducing the environmental impact of the solutions chosen, with particular attention to the social and economic sustainability of the actions proposed and based on the definition of technological solutions for sustainable requalification, promoting the involvement of inhabitants and local players.
Keywords: sustainable design, resilience, informal city, environmental sustainability.
Introduction
For the first time in history, over half of the world's population lives in urban settlements with high population density. This phenomenon has led to the rapid growth of contemporary metropolises and for the most part affects poor populations with clear economic, social and cultural disadvantages, which adapt to living in settlements made up of substandard housing with no supporting infrastructure. These are informal settlements that are almost always illegal and beyond the control of institutions. They can sometimes become paradigmatic scenarios of resilience thinking in which studies and design experiences can be initiated with the aim of optimizing the distinctive relationship established between the built environment and the need to adapt/transform it, based on the environmental and anthropic impacts and changes that inevitably alter its performances levels and overall efficiency. Despite the precarious and temporary nature of these segments of the informal city, the reproduction of which seems to occur under casual laws, it is in fact almost always possible to find a growth rule shaped by social urban development processes that must be regulated and addressed according to new design dynamics capable of identifying the co-evolution potential of the built environment and of users and based on adaptation and mitigation strategies inspired by environmental sustainability principles.
Often, in fact, the models underlying the implementation of regional and planning processes for these settlements generate critical issues linked to the lack of technical and operating guidelines capable of supporting the development of reliable scenarios. This determines the need to address the problem with a new approach aimed at taking preventive action against the causes that lead to the risk, increasing the quality of the settlements in relation to the territory Raising the qualitative level means overcoming the condition of uncertainty, normally associated with the concept of temporary, and recovering a level of liability closer to the norm, even under a transitional regime (Bologna, 2016).
A representative case of an informal city subject to sustainable and resilient formalization processes is that of the Brazilian favelas, in which over 11 million people live today in 3.2 million precarious and illegal homes subject to all kinds of risk.
In spite of this, in recent decades peoples struggles, along with ethical and juridical considerations, have led even Brazil to explicitly recognize the right to the city (Law 10,257 of 2001), ?understood as the right to a sustainable city, environmental clean-up, urban infrastructures, public transport and services, work and free time for present and future generations; as the democratic management of urban development programmes, with the participation of the population and associations?, leading to the development of a critical consideration of the actions to be taken to reclaim and transform even the informal city from a sustainable perspective. This is the case of the Morar Carioca1 and Miha Casa Miha Vida2 programmes, which have a shared objective of proposing new social development, urban, economic and environmental models capable of transforming the favelas from places on the edge marked by degradation into polarities where it is possible to lead a conventional lifestyle. (Bologna et al., 2016)
The idea of ?improving the favelas instead of replacing them has become the ambitious goal for public and private works? (Davis, 2006). This goal was also adopted as part of the research described in these pages. The research led a multidisciplinary and international group of students, researchers and professors to consider new models of transforming the informality, starting with an analysis that involved the Serrinha favela of Florianopolis, in the hope of demonstrating how it is possible to enhance the cultural archetypes of the informal city to create resilient and sustainable urban contexts from an environmental and social perspective.
The built environment and the informal city
The topic of the relationship between the design of the city (and of the territory) and the definition (and containment) of the urban boundaries, the organization of the rural context and its interactions with the urban environment, has been considered by planners and researchers throughout the course of the history of urban design and planning, introducing categories and criteria inclined to combined at least three aspects: quantity, quality and balance between the (sustainable) resources. (Perrone, 2011)
This assertion underlies the concept that, to address the overpopulation problem with a planning strategy fit for the territory (Perrone, 2011), you cannot reason without considering a more specific system, that of the population and environmental context, studying their relationships and interactions, with the need to conciliate economic growth and the equal distribution of resources in a new sustainable development model.
This methodological approach must be adopted even and above all in the study and design of informal urban contexts, which co-exist alongside formal contexts in the spatial and social dichotomy of the contemporary city.
The informal city thereby assumes an innovative role, even and above all in the dynamics linked to the planning of new urban fabrics on a global scale (Friedman, 2009).
An apt reference is the concept of informality which, according to the definition of UN Habitat (UN Habitat, 2009), guarantees the presence of urban services (such as housing, employment and infrastructures) albeit outside state regulatory frameworks, public projects and tax systems.
Thus, a new concept of the informal city emerges, which is at the same time ephemeral, sustainable and resilient, characterized by social vitality expressed in the use of construction models with low environmental impact based on the use of recycled and recyclable materials and components (plastic, wood, metal elements and fabric) often recovered from the landfills of the formal city. (Mehrotta, Vera, Mayoral, 2009)
The informal city paradoxically becomes a place in which to test the creation of technological, economical and tacitly sustainable solutions that can also be replicated and applied to the built environment characterizing the formal city.
It is no coincidence that the informal city increasingly encroaches on the urban territory, setting itself up as an independent settlement, self-designed and self-built.
The sustainability of these marginal contexts is also explicit in the capacity of the informal inhabitants to use and amass poor materials with low environmental impact in self-build processes which lead to the creation of basic architecture capable of adapting, resisting or changing the external environmental stresses to reach and maintain an acceptable level of operation, from the very perspective of resilience. A fundamental issue in this debate is, finally, the need to define the informal city as a place experienced by its inhabitants, measuring the potential and critical issues linked to its fabric and to the capacity to guarantee the basic means to live, in addition to the well-being of all its citizens (Aravena and Iacobelli, 2012). In this sense the informal city transforms from a virtual city, made up of maps and statistics, into a material city in which people are invited to live each day.
This reflection forms the starting point for the research and testing described in the following paragraphs, focused on the sustainable design of the informal city with particular attention to the definition of resilient technological solutions capable of increasing the social and environmental potential of these delicate urban contexts undergoing constant development.
Habitability in risk areas seminar. Sustainable requalification in an urban area
The Habitability in risk areas seminar, organized as part of Florence University's Architecture Degree3, presents the design research experience concerning the requalification of the Serrinha favela in Florianópolis, conducted under an international collaboration agreement with Universidade Federal de Santa Catarina in Brazil4. The seminar addressed the topic of the informal city, that is the phenomenon of the es- tablishment and growth of settlements characterized by precarious housing, a lack of infrastructure and difficult living conditions, with the purpose not of redesigning the quarter but of introducing infrastructures and services which, by creating links and integrating into the community, could trigger social dynamics leading to an improved quality of life for its inhabitants.
Serrinha (Fig. 1, Fig. 2) is a predominantly residential urban area developed from the '60s on the east side of the Morro da Cruz hill in the city of Florianopolis, made up of a formal settlement and an informal one with a seamlessly integrated urban fabric.
Starting with an examination of the intense urban transformations that occurred in this sector of the city, the seminar provided an in-depth urban analysis which was useful to contextualize its emergence in 1960 and subsequent expansion. The Serrinha favela has developed as a strategic centre of disputes over the right to housing and currently hosts a large number of poor families attracted by the growing employment opportunities of the nearby urban context, in addition to its accessibility and proximity to public services.
This represented an opportunity for students who attended the seminar to come into contact with an informal, chaotic and complex city characterized by a self-organization system which, despite the presence of social situations involving danger, the young architects learned to love and appreciate during the months they spent carrying out in-the-field research. In fact, the spontaneous environment the students' inquiring minds were presented with was recognized as rich in functional and complex solutions; a place full of identity, to be observed and analysed in search of its identity, social and architectural characteristics. In this context, the built space does in fact represent an extremely important element; it is more than just a roof over one's head, it speaks of social dignity and beauty, and is something that, through specific stylistic and aesthetic connotations, is capable of encouraging dialogue and participation.
The seminar used this spirit of collaboration between the place and the community, and the constructed environment and the territory to be preserved, as a launch pad. The work initiated was characterized from the very first weeks by a spirit of participation and cooperation which enabled the students to interact positively with the inhabitants of the favelas, identifying new design dynamics based on additive and mitigation strategies, inspired by environmental sustainability rules (Figg. 3-4-5).
Rethinking the edges: a Master Plan for a resilient community
The design seminar was initially held for one and half months in the Serrinha favela in Florianopolis and was continued in the following months at Florence University. The main guidelines of the design, identified by the professors of reference, covered the topic of "participation" understood as a democratic planning and programming tool capable of supporting the development of the informal city, learning how to work "with" and not for "someone." The main aim was to redefine the limit between the formal and the informal city, rethinking the space from an environmental sustainability perspective and reinterpreting it in order to transform it into a marginal physical identity where ?the boundary is not that at which something ends, but, as the Greeks recognized, the boundary is that from which something begins its essence? (Heidegger, 1976).
The research experience conducted during the seminar, which concluded with a discussion of eight master's degree theses produced at the DIDA department of Florence University, concerned the multi-scalar breakdown of the concept of limit understood as: a physical limit, capable of slowing unsustainable expansion; a social limit, aimed at ensuring permeability between the informal city and the formal city; an economic limit, to incentivize exchanges and promote a local microeconomy; and a cultural limit, to reinforce the identity of the community. Principles that led students to the resilient design of the common Master Plan (Fig. 6) developed in the early months of the seminar and based on the concepts of:
- the redefinition of the boundaries of the favela through the creation of a network of infrastructures and equipped public spaces capable of counteracting the phenomenon of the illegal occupation of common spaces. The idea was to transform these no man's lands into liveable areas for gathering and attraction points for the development of spontaneous activities linked to social life and the local micro-economy.
- Permeability between the formal city and the informal city, working on interconnected areas between Serrinha and the surrounding urban fabric, designing works to strengthen the weak relationship of exchanges and physical and social connections and to increase cultural transfer.
- The strengthening of the local economy, with the relaunch of safe tours for tourists within the favela creating pedestrian walkways in direct continuity with the city centre, already known at tourism level. The projects therefore aimed to create urban episodes that would promote local economic growth, even through the definition of spaces set aside for zero-kilometre cultivation or direct sales, without overlooking the recreational and leisure aspect with the design of museum spaces marked by the presence of panoramic
viewpoints overlooking the sea and the surrounding landscape; A sustainable approach in which technical knowledge plays a role, recognizing a further need for sustainable action through an approach knowledgeable about construction and its repercussions on the world around it; all this in a time frame that considers the development of the present and future as mutually dependent. The quality of the urban space, therefore accepting the objective of the essential condition of eliminating the environmental impact of human actions. Design that aims to provide citizens with a good quality of life, considering the importance of the community as a place for living and interacting with the world.
- Innovation and participation in the cognitive process, based on repeat-
able models and sustainable and resilient technologies which directly involve the community through participatory self-build processes with the aim of turning the marginal or interstitial spaces into spontaneous points of attraction capable of dynamically resisting the functional requirements of the user and external climatic stresses.
The Master Plan then led to the drafting of the following design guidelines (Fig. 7):
- accessibility: proposing the creation of new stretches of road to provide connections between Serrinha and the main road network of the formal city. New roads that define the two boundaries of the community: the first which would facilitate vehicle, pedestrian and bicycle access to a part of the residential area which is difficult to cross, and the second to create a direct connection with the university area in the formal city.
- Slow mobility: with the requalification of the existing road and the creation of new cycle and pedestrian paths, even in green areas, to offer the possibility of getting around using sustainable means; a territorial development idea which, through slow mobility, manages to enhance local resources, not only materials ones but also and above all cultural ones.
- Waste recycling: with the proposal to introduce, in a territory of high environmental interest, demonstration actions aimed at the prevention, treatment and enhancement of waste (urban, construction materials, etc.) "in loco" in order to create a solid and efficient economic and social network that represents the start of a sustainable management path for the informal urban space.
- Urban gardens: the use of urban agriculture to help transform the ground into a production and sustenance asset that would assist the development of the local economy, socialization and environmental education. The design of urban gardens for private use is also aimed at preventing the probable illegal reoccupation of land at risk of landslides; through the planting of suitable crops these gardens ensure excellent protection against erosion and soil slippage.
- Public spaces network: the configuration of the public spaces network, a real design of urban sequences, is capable of bringing out the supporting backbone of the Serrinha system. The master design plan proposes the reuse of degraded or unused areas found within the community in order to transform them into equipped green areas or recreational and dynamic spaces.
- The residential system: with residential building works to be completed according to the guiding criteria of sustainability and resilience, to stimulate a process of improving the lives of the inhabitants, in compliance with the cultural and identity characteristics of the lifestyle in the community. A typology and technology for a settlement marked by integration into the community and in response to the expectations and aspirations of the inhabitants, such as expandability, affordability, privacy and safety, all proposing the active participation of the population through self-build processes.
The eight degree theses were then developed with an approach based on the distribution of services via the network as a multi-purpose system capable of inte- grating the individual projects proposed throughout the entire area of the favela. The discussions, therefore focused on an in-depth examination of the urban infrastructures of the service to be created with sustainable and resilient technological systems, concerned the following topics:
- a primary school to encourage integration, imagination and creativity, acting as a tool to promote collective social progress;
- a basic healthcare centre, close to where people live, work and study, to guarantee the population access to quality healthcare services and to underline the importance of the equality of health for everyone, without discriminating on the basis of economic and social status;
- a civic centre, as a space organized and equipped to accommodate community services that promote relationships and cultural connections between people;
- a building intended to accommodate the market and popular restaurant, to rethink and restructure the commercial functions of the favela, with a view to restoring an urban polarity that generates services and, at the same time, a point of reference and identity for the community;
- a professional training centre, with the aim of providing the basic requirements for a sustainable approach to construction, reactivating the self-build process as a comparison between parties to generate new skills and an awareness of the potential of their own resources;
- a residential quarter that meets the sustainability and resilience criteria to stimulate a construction enrichment process in terms of quality of life, while maintaining the cultural and identity characteristics of the community.
All projects involved the adoption of functional/distribution typologies and technological solutions capable of entering into dialogue with the context of the informal city, and at the same time met the expectations and aspirations of the inhabitants in terms of expandability, affordability, privacy and safety.
Conclusions
In conclusion, we can classify the favela phenomenon as a horizontal and open process in virtue of its continuous evolution in social innovation and partial sustainability. Resilience, social innovation, the launch of virtuous circles, replicability and sustainability (social, economic and environmental) therefore become the key concepts around which to develop design strategies aimed at minimising the risk profiles and the structural shortcomings of the community, without undermining but actually strengthening and multiplying those virtuous processes and networks of collaboration that represent the real capital of these places.
The interventions to the Serrinha favela in Florianopolis, which were the focus of this design seminar, demonstrated how it's possible to adopt the concept of resilience to conceive of a habitat capable of satisfying the minimal requirement levels linked to the concept of living and moving around, in compliance with the environmental and architectural quality.
The master plan and the degree theses in fact focused on the concepts of affordability, essentiality, construction simplicity, reversibility, recyclability, characterizing both the necessary architecture and the living models of the formal city.
Raising the qualitative level has in fact meant, for the young students involved with their project proposals, overcoming the condition of being precarious normally associated with the concept of temporary and recovering a level of liveability closer to the norm, even if in a transitory regime, due to the need to address issues relating to sustainable development, resilience and the technical and operational feasibility of the works. The quality of the results achieved, validated by the excellent feedback received from the Brazilian local press and the success obtained during the presentation of the works at the Architecture Biennale in 2016, made it possible to use this product as comparison material in order to put pressure on the Brazilian local administration to promote the adoption of new requalification tools, based on the necessary and close relationship between the built environment and resilience, and to invest in both the restoration of the technological-spatial and environmental conditions of the built environment, and in the strictly construction aspects (materials/energy/ water) of the existing heritage.
NOTES
1. An urban requalification project for the favelas of Rio de Janeiro based on environmental sustainability principles, which aims to integrate these degraded areas into the formal city by 2020. The project resulted in numerous interventions, including the requalification of a part of the Babilonia favela with the construction of new infrastructural connections and residential buildings.
2. Miha Casa Miha Vida is a project involving the construction of at least 3.000.000 residential apartments through a co-financing programme with subsidized loans for families with medium-low income, which resulted in the creation of accommodation with characteristics compliant with the current standards set for Brazilian residential buildings.
3. The seminar was promoted as part of the LM4cu degree course of the School of Architecture of Florence University, by UNIFI Professors Roberto Bologna, Paola Gallo, Rosa Romano, and Prof. F. Barth (UFSC) with the collaboration of architect Gisella Calcagno, and the participation of the students G. Bocchi, G. Chiavacci, L. Deiana, M. Di Gennaro, G. Hasanaj, S. Magnolfi, C. Moretti, and E. Mucci.
4. Framework agreement on cultural and scientific collaboration between Florence University and Universidade Federal de Santa Catarina in Brazil (UFSC) started in 2011 and continuing until January 2022.
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Copyright Firenze University Press 2018
Abstract
The article presents a design research experience concerning the requalification of the Serrinha favela in Florianópolis, conducted as part of an international collaboration agreement between Florence University and Universidade Federal de Santa Catarina in Brazil. The aim of this work is to highlight how a process involving the virtuous regeneration of the informal city can be launched, aimed at increasing resilience and reducing the environmental impact of the solutions chosen, with particular attention to the social and economic sustainability of the actions proposed and based on the definition of technological solutions for sustainable requalification, promoting the involvement of inhabitants and local players.
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